Villa La Selva, storia e memoria di un campo di internamento: incontro in Biblioteca comunale

Il 28 aprile presentati i risultati del progetto di ricerca promossa dal Consiglio comunale e dall’associazione Do not forget onlus e finanziato tra gli altri dalla Regione Toscana.

Due anni di ricerca per ricostruire la memoria del campo di internamento di Villa La Selva. Un luogo incantevole, immerso nelle colline ripolesi, divenuto teatro di una terribile pagina di storia durante gli anni bui del nazifascismo. Se ne parlerà giovedì 28 aprile alle 16.30 in Biblioteca comunale (via di Belmonte 38) con un’iniziativa promossa dal Comune e dall’associazione Do not forget onlus – Per non dimenticare, alla presenza tra gli altri delle due ricercatrici dell’Università di Firenze che hanno condotto lo studio. Previsti gli interventi dell’assessora alla cultura Eleonora Francois, di Ugo Caffaz, rappresentante della Comunità ebraica di Firenze, del presidente dell’associazione Do not forget onlus Giovanni Cipani. La professoressa Valeria Galimi, coordinatrice della ricerca, illustrerà “Il sistema di internamento e di reclusione in Toscana 1940-1944: bilancio e prospettive di un progetto”. Mentre la professoressa Chiara Renzo, che ha condotto lo studio, introdurrà ai presenti “Il ‘campo di concentramento’ di Bagno a Ripoli: gli internati e la vita nel campo”.

Il progetto di ricerca, fortemente voluto dal Comune di Bagno a Ripoli e dall’associazione Do not forget onlus, è finanziato dalla Regione Toscana all’interno del Programma operativo regionale del Fondo sociale europeo, e realizzato al Dipartimento di Storia, Archeologia, Geografia, Arte, Spettacolo (SAGAS) dell’Università di Firenze. Lo studio, intitolato “Il sistema di internamento e di reclusione in Toscana (1940-1944): dalla storia ai luoghi della memoria”, è stato coordinato dalla professoressa Galimi e condotto tra il 2020 e il 2022 dalla dottoressa Renzo in partnership con l’Archivio di Stato di Firenze, Museo e Centro di Documentazione della Deportazione e Resistenza di Prato, Istituto storico della Resistenza e dell’età contemporanea in provincia di Livorno, Associazione “Per non dimenticare – Do not forget Onlus”, Comune di Bagno a Ripoli con un contributo del Consiglio comunale.

Il progetto si è concentrato sul complesso sistema di reclusione e internamento fascista, prendendo in esame la pluralità dei provvedimenti di controllo e repressione sociale utilizzati dal governo fascista e dalla Repubblica Sociale Italiana tra il 1940 e il 1944: l’internamento libero, l’internamento nei campi di concentramento, la detenzione dei prigionieri di guerra, il lavoro coatto, e la rete dei campi provinciali attivi nella Repubblica Sociale Italiana. Ponendo l’attenzione sulla storia e la memoria dei luoghi dell’internamento in Toscana, il progetto ha individuato e mappato circa novanta località di internamento libero, quattro campi di concentramento, quattro campi provinciali della Repubblica Sociale Italiana, sei campi per prigionieri di guerra e circa venti “distaccamenti lavoro”.

Lo studio ha preso in considerazione l’area regionale toscana, inquadrandola in un contesto storiografico nazionale e internazionale. Le diverse fonti d’archivio e la vasta bibliografia presa in considerazione hanno messo in evidenza la capillarità con cui furono applicati i provvedimenti di internamento e controllo all’interno dell’area presa in esame. Allo stesso tempo, lo studio specifico sulla Toscana è stato analizzato anche in relazione alla storiografia relativa alla politica fascista, le migrazioni forzate, la Shoah e la memoria della guerra.

Ingresso libero fino a esaurimento posti. Obbligo di mascherina Ffp2 e Green Pass rafforzato.

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Bagno a Ripoli, 26 aprile 2022